LICANTROPI – I FIGLI DELLA LUNA
Saggio
(Gremese)
“La veste in folto vello si tramuta,/ passano in gambe le protese braccia;/ lupo diventa, e ancor della perduta/ forma ritien la manifesta traccia:/ ché nella fronte, già da pria canuta,/ sta quel piglio tuttor d’ira e minaccia;/ scintillan gli occhi, e pinta è nella fiera/ sua complession de l’odio l’arma atroce.” Ovidio, Metamorfosi
Questo libro, oltre a essere un dettagliato e approfondito excursus sul fenomeno della licantropia – dal mito del Lupo mannaro alla sua rivisitazione cinematografica, dall’Uomo-lupo nella letteratura e nei fumetti alle numerose leggende popolari che lo circondano – si propone di svelare la vera natura e i reali poteri dei Figli della Luna, fornendo inoltre una risposta ai più svariati interrogativi ai quali hanno dato origine.
Notizie storiche, informazioni documentate, curiosità e magnifiche illustrazioni fanno del volume una lettura imperdibile per i licantropofili di tutte le età.
Graphic design: Adriano Flocco
Disegni: Fabrizio Flocco
Mentre nella nostra vita si consuma l’invasione vampirica in ogni campo del costume e della società, il suo eterno antagonista, il licantropo, se ne stava nel buio in attesa della prossima luna piena in cui uscire allo scoperto per imporsi alla nostra attenzione. Il mito del succhiasangue nato dalla penna di Bram Stoker ci è stato propinato negli ultimi decenni in ogni salsa e versione. […]
Il vampiro si è imposto al mondo catturando la mente di ragazzi e giovani signore (entrambi in odore di rivoluzione ormonale). Ma non c’è stata nessuna mutazione o rivoluzione per il licantropo. Le tendenze e la moda non sono riuscite a plasmare la sua figura. Quella di una bestia feroce. Per una strana e imprecisa alchimia il licantropo è rimasto immune persino all’industria cinematografica hollywoodiana, non è stato addomesticato dalla letteratura mainsteam, e oggi egli è ciò che era all’inizio del mito: l’animale selvaggio per eccellenza relegato ai confini del sottobosco folklorico. Eppure […] molte verità sono andate perdute. Uno degli obiettivi di questo saggio è infatti sfatare le “false verità” che sono state create dai film, riportando la figura del lupo mannaro al suo originario folklore, antropologicamente ben più interessante del mito cinematografico, ve lo garantiamo.
Un lupo non può diventare un tenero batuffolo profumato di talco né tantomeno un aitante modello vestito Armani o Dolce e Gabbana. Non può far innamorare perdutamente una donna (tranne che nella favola de La Bella e la Bestia) perché nel suo stato di mannaro perde completamente ogni consapevolezza abbandonandosi all’istinto predatorio. Niente sentimentalismi, dunque. Predare per cibarsi. Uccidere per vivere. E a noi piace questo suo modo di essere selvatico. Quel suo odore aspro di pelo sporco e sangue rappreso. Ci piace perché è riuscito a non piegarsi alle mode della società consumistica, a restare immutato in attesa del prossimo plenilunio e della prossima vittima da sbranare. A non profumarsi. A non cercare di mutare le proprie abitudini alimentari in favore di una coscienza umana che non gli appartiene. Ma ora è arrivato il momento di presentarvelo, amici lettori. Tendete pure la mano verso questa affascinante creatura, non ve la morderà. Non stavolta, almeno.
Simonetta Santamaria e Luigi Boccia